Lucera (Fg) – Il Teatro dell’Opera è tornato ad ospitare un grande evento musicale: un “MOGOL racconta MOGOL” da tutto esaurito. Lo spettacolo, in scena il 10 agosto scorso, è stato promosso dalla EGO di Francesco Cimmarusti, in collaborazione con Strumenti e Figure e Murialdomani srl, attraverso la “Programmazione Custodiamo la Cultura” della Regione Puglia Assessorato Industria Turistica e Culturale con Teatro Pubblico Pugliese.
Il grande maestro Giulio Rapetti, in arte Mogol, 84 anni ma ancora tanta passione nelle vene, ha rievocato il primo incontro con Lucio Battisti e lo straordinario sodalizio artistico che ne nacque.
Ma Mogol scrisse anche per tanti altri artisti, a cominciare da Mina.
Una serata sul filo della nostalgia e di tutte le altre emozioni che le canzoni di Mogol hanno portato nelle nostre vite. Canzoni indimenticabili, da “Mi ritorni in mente” a “Pensieri e Parole” fino a “La Canzone del Sole“, interpretate dalla voce incisiva di Graziano Galatone, tra i più grandi interpreti italiani di musical e cantate anche dal pubblico in sala.
Il maestro Mogol ha raccontato la sua appassionante avventura musicale affiancato dalla Melos Orchestra diretta dal maestro Francesco Finizio. Emozionante il racconto di “Arcobaleno” la commovente canzone dedicata all’«amico caro» scomparso, con la musica di Gianni Bella e nell’interpretazione di Adriano Celentano. “Non l’ho scritta io, l’ha scritta lui dall’aldilà e mi è arrivata in una circostanza stranissima, con una serie di coincidenze inspiegabili: i morti hanno potere sui vivi, li possono raggiungere nelle maniere più impensabili. L’ho verificato in prima persona: quando è morto, me l’ha dettata. Ho composto il testo in quindici minuti e non sarebbe mai venuto così preciso se non fosse stato lui a suggerirmi parola per parola. È la verità“.