Anche se questo fenomeno non trova ancora una spiegazione precisa , noi professionisti del campo riscontriamo spesso che al cambio di stagione abbiamo una nuova ondata di pazienti tra cui annoveriamo non solo nuovi ingressi, ma anche il ritorno di vecchie conoscenze.
Dal punto di vista di una persona che gode uno stato di discreto “benessere” il cambio di stagione risulta faticoso, destabilizzante, si hanno problemi di sonno, di irritabilità. Figuriamoci che succede a persone che soffrono di stati ansiosi, che sono poi la categoria che più patisce il repentino cambiamento climatico.
Qualche giorno fa ho avuto un colloquio allo studio con una paziente ansiosa, che seguo da tempo e che attualmente è in una fase di relativo benessere, la quale mi ha confessato che nell’ultimo mese in particolare si è sentita molto più irrequieta del solito. Abbiamo quindi fatto subito mente locale rispetto all’attuale situazione climatica instabile e abbiamo concluso senza troppo affanno che con lo stabilizzarsi del tempo anche la sua irrequietezza probabilmente si ridurrà.
Dicevo precedentemente che non c’è una spiegazione precisa a tale fenomeno. Possiamo ipotizzare che un cambiamento di pressione atmosferica interferisca con lo stato umorale. Possiamo altrettanto fantasticare che per una persona con problemi ansiosi l’instabilità climatica risuoni internamente, o che semplicemente il tutto abbia a che fare con l’impossibilità di programmare e controllare…
L’ansioso cerca costantemente di mantenere un fragile equilibrio. L’adattarsi continuamente a condizioni climatiche mutevoli lo sottopone ad un forte stress, che purtroppo non sempre riconosce, infatti quando spiego questa situazione spesso i pazienti mi rispondono: ”E’ vero mi succede sempre in primavera di stare agitato, di avere problemi di insonnia o di inappetenza”. Beh quanto appena detto li rassicura molto ed è un primo passo nel percorso di consapevolezza rispetto alla gestione della loro sintomatologia.
Per spiegare questo concetto userò la metafora dell’onda. Siete al mare, entrate in acqua e vedete arrivare un’onda. Tutto il vostro corpo in maniera consapevole si prepara a gestire l’onda. Se invece siete di spalle rispetto all’onda, perché state giocando a racchettoni, questa vi coglierà completamente alla sprovvista e anche se di piccola entità comprometterà il vostro equilibrio facendovi cadere. Ecco se il paziente sa che sta per affrontare un periodo difficile , non sarà spaventato dal peggioramento atteso anzi, si preparerà all’urto più consapevolmente e quindi con una possibilità di aggravamento minore.
In generale, comunque, per affrontare tale periodo, si suggerisce alle persone che ne risentono in maniera eccessiva, e con ciò mi riferisco a quelle persone che vivono talmente male i cambiamenti climatici da risentirne dal punto di vista sociale, lavorativo ad anche nella vita privata, di ridurre l’esposizione al sole, di indossare occhiali da sole (non pensate sia una banalità, aiuta), di vestirsi in modo da non accaldarsi eccessivamente e di non pensare di ricorrere immediatamente ad aumentare il dosaggio della farmacoterapia, in caso ne stiano seguendo una. La patologia non è in peggioramento o perlomeno per stabilire ciò aspettiamo finché il tempo atmosferico non si assesti più o meno definitivamente.
Chi non è ancora in cura, rifletta seriamente di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per affrontare finalmente la problematica, che se opportunamente gestita può ridursi notevolmente.
Vi auguro buona primavera e vi aspetto per il prossimo articolo.