“U mbranate se mbrogghe ndi pele”, Quadernetto di – Romano Petroianni (leggi biografia)
Particolare locuzione, in uso nel linguaggio di Lucera, ma valevole anche in altri paesi, la cui traduzione alla lettera è:
– “L’imbranato si imbroglia dentro i peli“ –
in maniera più esplicita
– “L’imbranato si perde nei peli“ –
– “L’imbranato si smarrisce nella peluria“ –
ossia
– “L’imbranato si perde in qualsiasi cosa di estrema facilità“ –
Fosse una selva oscura, come l’incipit del grande “Poeta” della “Divina Commedia”: Nel mezzo del cammino di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura …. .
“Selva”, così fitta e tanto oscura, avrebbe potuto giustificare lo smarrimento, ma in questo caso strano, perdersi nei piccoli peli è impossibile per qualsiasi ragione.
Mi riferisco in particolare all’incertezza del termine “iosa”, affermato in tutte le fonti letterarie e internet:
– “iosa”, etimo incerto –
– “iosa”, etimo incerto, avverbio “in grande quantità”, “in abbondanza” –
– “iosa”, etimo incerto, avverbio e aggettivo, “in abbondanza”, “in grande quantità” –
Ovviamente, ai tempi attuali tale stranezza non può essere più accettabile, e la grammatica del dialetto di Lucera, riportata nel mio libro, intitolato:
– “U rataville” (U / ratavill) –
– “Il piccolo aratro con l’asta” –
– (Capace di rigare i materiali più tenaci) –
Conferma, in maniera molto semplice, che il termine “iosa” non è altro che una variante di “osa” (al femminile) e “ioso” del maschile “oso”, suffisso di aggettivo o nomi con valore di “quantità”, analiticamente dimostrato, come…
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