Si terranno questa settimana, in due differenti luoghi culturali del centro cittadino, due appuntamenti letterari di notevole spicco.
Martedì 17 novembre, alle ore 19.30, presso la libreria “Kublai”, Laura Toffanello e Mario Pistacchio presenteranno “L’estate del cane bambino”, uno dei “casi editoriali” di quest’anno. A dialogare con gli autori ci saranno i ragazzi e gli insegnanti del Liceo “Bonghi” di Lucera.
Il libro
A tutti tocca vivere l’ultima estate. È quella in cui si perde l’innocenza, si sciolgono le compagnie spensierate, s’allungano ombre inattese e ferali. Per Vittorio e i suoi amici accade alle porte dell’adolescenza, nei dintorni di Venezia, in un paese con un nome da favola nera: Brondolo. La ricorderanno per sempre come «l’estate del cane bambino», quella in cui il piccolo Narciso (fratello minore di Ercole, uno dei cinque del gruppo) scomparve. Al suo posto, obbedendo ai canoni di una locale leggenda, apparve un piccolo cane cui misero nome Houdini, il mito del bambino sparito. Per illudersi, per non soffrire, vollero credere che davvero quell’animale fosse la reincarnazione dello scomparso. È una finzione a cui partecipa tutto il paese, immerso in un’atmosfera di umidità e omertà. Recitano gli uomini, gli uni spettatori dei vizi degli altri; le donne, acquiescenti in un silenzio dettato dall’amore o per amore mascherato; il prete, supremo complice. Mai un angolo di Veneto è parso tanto oscuro, tanto a sud nella geografia delle consuetudini narrative. Il culmine dell’estate e della storia è in un doppio, struggente sacrificio. Dopodiché, ognuno torna alla vita. Solo molti anni più tardi Vittorio farà il percorso inverso, ritroverà gli amici sopravvissuti al banco di un bar immutabile e su quel legno poserà un foglio come di calendario che apre infine una nuova stagione: lo spoglio inverno della verità.
Venerdì 20 novembre, alle ore 20.30, presso la Cremeria al Duomo, ci sarà Gian Paolo Ormezzano, una delle firme più prestigiose del giornalismo italiano, e non solo sportivo. Presenterà il suo ultimo lavoro dal titolo “I Cantaglorie – Una storia calda e ribalda della stampa sportiva“, da considerarsi a tutti gli effetti un’opera dei cronisti sportivi.
Si parla infatti di Brera, Caminiti, Ciotti, Biscardi, Mura, Cannavo, Raro, Sconcerti, Fossati, Zavoli, De Zan: è la formazione di una delle tante possibili nazionali. Non di calcio, ma di chi il calcio e gli altri sport ha raccontato. Una generazione di giornalisti italiani unica al mondo. Privilegiati, perché hanno brillato di splendore riflesso, viaggiato più degli inviati di esteri, mangiato e bevuto come nessuno. Hanno però anche saputo meritarselo, inventando un modo di raccontare e, talvolta, anche quel che (non) c’era da raccontare. E a “convocarli” è uno che li ha conosciuti bene, perché ha “giocato” con tutti: Gian Paolo Ormezzano. Ex nuotatore, granata per sempre, ma soprattutto, fino all’ultimo grammo, cronista di abbagliante purezza. Nel ritrarre i suoi colleghi è come nella vita: generoso, compassionevole, schietto. Non fa sconti, semmai qualche regalo. Ci svela le bubbole di Carosio, il lato umano di Mosca, l’incontenibile sfera d’influenza di Mina. Procede per aneddoti, ma anche per valutazioni. Si e ci diverte nel narrare un’epopea in cui i trionfi altrui resero eroi quelli che erano soltanto “cantaglorie”. Si e ci commuove nel rendersi conto che sta scrivendo una Spoon River del giornalismo sportivo: molti già se ne sono andati, il mestiere sta morendo a colpi di tweet e lui, fiero, è uno degli ultimi, grandi sopravvissuti.
Quella di “Cremeria Letteraria” sarà dunque una serata da non perdere, e non solo per gli appassionati sportivi, perché Gian Paolo Ormezzano può senz’altro essere considerato uno fra i pochi grandi giornalisti viventi, testimone di imprese, epopee ed eroi indimenticabili, e quindi a tutti gli effetti autore di grande letteratura.