“A vozze”, Quadernetto di – Romano Petroianni (leggi biografia)
A vozze
(A / vozz)
Nel dialetto di Lucera e in altri paesi, è una parola con la traduzione sia di “La bozza” sia di “La bocca”.
Questi termini sono riportati e spiegati nei dizionari di italiano nel seguente modo.
– “bozza₁”, nome femminile, o “bozzo”, nome maschile, protuberanza, bernoccolo, bitorzolo, rilievo, ecc. Dal latino “bottĭa” –
– “bozza₂”, nome femminile, prima forma di un lavoro. Da “bozza₁” –
– “bozza₃”, nome femminile, dispositivo per tesare un cavo o una catena. Dallo spagnolo “boza” (fune con un gonfio nodo) –
– “bocca”, nome femminile, cavità inferiore del viso umano delimitata dalle labbra, organo fondamentale per la respirazione, per il nutrimento e per emettere le parole. Dal latino “bucca” –
Ebbene, nella mia grammatica di Lucera intitolata:
– “U rataville“ (U / ratavill) –
– “Il piccolo aratro con l’asta“ –
Ho coniato queste parole in “Parole di pausa”, ovvero, parole con la stessa forma grafica e pronuncia, provenienti da trasformazioni di parole con diverso significato e non, che casualmente si vengono a trovare nella medesima maniera per la continua modifica, dovuta al groviglio apparente di regole della grammatica dialettale; sia riguardante le vocali (compresi i dittonghi e iati) sia le consonanti (compresi le coppie e trigramma).
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