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VIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C | commento al Vangelo Domenicale di Don Arturo Di Sabato

Don Arturo Di Sabato | Lucera
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don-arturo-di-sabato-1Rubrica – “A contatto con il Vangelo – a cura di Don Arturo Di Sabato Vicario Parrocchiale, Santa Maria della Spiga – Lucera e Assistente Spirituale Sezione U.A.L. (Unione Amici di Lourdes).
Commenti e riflessioni sul Vangelo Domenicale.

Il seme della Vita | VIII Domenica del Tempo Ordinario- Anno C
03 Marzo 2019 – Dal Vangelo secondo Luca (6,39-45)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Poi disse loro anche una parabola: «Può un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire a tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che hai nell’occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nell’occhio tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio, e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto; infatti non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; e l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

“Può forse un cieco guidare un altro cieco?” (Lc 6,39)

Fratelli,
in questa domanda riportata un po’ particolare, rivolta ai suoi discepoli, allo stesso modo è anche un ammonimento piuttosto chiaro, che Gesù rivolge ai suoi ma anche a noi che forse abbiamo quella presunzione di saper far tutto e di essere guide sicure per gli altri. Gesù, nella pagina odierna di Luca destina questo ammonimento alle false guide di quelle comunità che insegnavano, parlavano, ma purtroppo erano colpiti da cecità, giudicando i comportamenti e i peccati dell’altro senza rilevare i propri. Dunque scatta la “denuncia” che nello stesso tempo cerca di convertire quel pensiero cieco della persona giudice: «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo? Come puoi dire a tuo fratello: “Fratello, lascia che io tolga la pagliuzza che hai nell’occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nell’occhio tuo? Ipocrita, togli prima dall’occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello» (vv.41-42). Notiamo bene che in questo ammonimento Gesù risalta il significato dell’amore, riprendendo il termine “fratello”. Quindi? Il Maestro, invita i discepoli, chi lo ascoltava e tutti noi a non sentirsi superiori al fratello e “del” fratello, non riconoscersi giudice affermato del fratello, ma guardarsi dentro per riconoscere i propri peccati guardando quella trave che ci acceca e che non ci avvicina bene a Cristo perché cadiamo solo nell’egoismo, nell’orgoglio e nella superbia. Togliamola, tutti, questa trave perdonando, sorreggendo le difficoltà con umiltà e accettando anche delle correzioni da parte del fratello, amandoci proprio come disse Gesù: «Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli» (Gv 13,35).
Dobbiamo essere un albero buono, come ci chiede Gesù nel Vangelo, in modo da produrre frutti buoni. Facciamo con una fede forte, accostandoci al Sacramento della Confessione, per presentare a Gesù la trave che è presente nel nostro occhio e chiedere scusa per tutte quelle volte che abbiamo pensato a giudicare il fratello. Accostiamoci, sempre più all’Eucaristia, senza timori, chiedendo la sua forza; la nostra preghiera sia sempre fiduciosa in Lui ringraziandolo per tutti i suoi benefici, chiedendolo per intercessione di Maria sua e nostra Madre.

Chiediamoci:
1. Quale parte del testo ci è piaciuta di più o ci ha colpito di più?
2. Pagliuzza e trave nell’occhio. Come sono i miei rapporti con gli altri in casa e in famiglia, nel lavoro, in parrocchia?.
3. Credo di essere un albero buono (discepolo) per produrre frutti?
4. Apro il mio cuore a Gesù, nella preghiera, oppure quando mi accosto ai sacramenti?

Buona domenica
Vostro don Arturo

 

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