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V Domenica del Tempo di Quaresima – Anno C | commento al Vangelo Domenicale di Don Arturo Di Sabato

Don Arturo Di Sabato | Lucera
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don-arturo-di-sabato-1Rubrica – “A contatto con il Vangelo – a cura di Don Arturo Di Sabato Vicario Parrocchiale, Santa Maria della Spiga – Lucera e Assistente Spirituale Sezione U.A.L. (Unione Amici di Lourdes).
Commenti e riflessioni sul Vangelo Domenicale.

Il seme della Vita | V Domenica del Tempo di Quaresima – Anno C 
07 Aprile 2019 – Dal Vangelo secondo Giovanni (8,1 -11)

In quel tempo, Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.  Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
“Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. (Lc 8,11)

Carissimi,
siamo giunti alla quinta domenica di quaresima e anche in questa pagina odierna scopriamo la forza della misericordia e dell’amore di Dio. Gli Scribi e i Farisei, hanno conducono a Gesù una donna sorpresa in adulterio e chiedono un suo parere prima di lapidarla come scritto nella Legge di Mosè: “Tu che ne dici”? Con questa domanda tentano di farlo cadere in contraddizione: se Gesù avesse detto lapidatela, gli scribi avrebbero detto alla folla: non è così buono, misericordioso come dice, ma approva la lapidazione, se avesse detto il contrario: “Non uccidetela”, avrebbero detto: “Non osserva la legge di Mosè!” Gesù, scrive col dito per terra, è sicuro di sé e risponde solo all’incalzare degli accusatori: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» (v.7). Nessuno riesce a gettare la pietra verso la donna, se ne vanno tutti, rammaricati per non aver fatto i giustizieri, ma pure perché Gesù li ha messi in crisi. Gesù, resta solo con la donna e dopo un dialogo profondo le da pace:«Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».(vv.10-11)
Gesù non condanna, ma con il suo atto di misericordia offre alla peccatrice la possibilità di cambiare e così che la donna, assolta e redenta, riacquista la sua dignità, la libertà come abbiamo detto domenica a proposito della parabola del Padre Misericordioso.
Questa pagina del vangelo, ancora una volta ci insegna che dobbiamo saper perdonare e non giudicare e condannare. A volte anche noi, siamo pronti con la pietra in mano, col dito puntato per condannare una persona. Siamo bravi a riconoscere le fragilità degli altri, ma non riusciamo o forse non vogliamo riconoscere le nostre fragilità e i nostri peccati. Vogliamo giudicare. Quante volte Dio, ci ha perdonati, quante volte ha detto anche a noi: “Neanche io ti condanno”? Forse ce ne dimentichiamo o crediamo che Lui sia solo un giustiziero. No, assolutamente no! Gesù, in quella strada era solo con la donna nel mezzo per perdonarla; invece, nel Sacramento della Confessione Lui è solo con noi, e lì siamo assolti, redenti e riacquistiamo la nostra dignità di figli di Dio e ci da pace.

Buona domenica
Vostro don Arturo.

o

 

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