A BANNE
Na vote quèlle, a banne nucerine,
ère cume la rùchele u Castille.
Se sentèvene u nome de Mangine,
se facèvene tante de cappille.
Tanne jève accussì pe nnumenate
che p’avèrle p’a fèsta padrunale,
i pajse facèvene a mazzate
e ggià s’accaparravene a Natale.
E ‘nde diche chè piezze! U Truvatore,
‘u Regulètte, ‘a Norme, ‘i Puretane,
‘a Travejate, l’Elisir d’amore
e po’ a Cavallarije Rustecane.
E chè zucchere! E che suliste rare!
E tutte sunature nucerine:
Antunètte, Illicete, Stanzelare
e Curte che ‘ngandave c’u clarine.
Tutt’e fernute! Pure quella banne!
Mo stace a banne d’i cinghe perzune.
Nenn’è cchjù quella mùseche de tanne.
Mò sèrve sule a murte e pregessiune.
TRADUZIONE:
LA BANDA
Un tempo quella, la banda lucerina,
era come la rucola del Castello.
Se sentivano il nome di Mancini,
si toglievano il cappello.
A quel tempo era così famosa
che per poterla avere per le feste patronali,
i paesi litigavano
e già se l’accaparravano a Natale.
Non vi dico dei pezzi! Il Trovatore,
Il Rigoletto, La Norma, I Puritani,
La Traviata, l’Elisir d’Amore
e poi la Cavalleria Rusticana.
E che delizia! E che rari solisti!
E tutti lucerini:
Antonetti, Iliceto, Stanzelaro
e Corto che incantava con il clarino.
Tutto finito! Pure quella banda!
Adesso c’è una banda di cinque persone.
Non è più la musica di allora.
Adesso serve solo per accompagnare i morti e per le processioni.
COMMENTO:
L’avvocato Venditti, sempre con il suo stile asciutto e con parole che disegnano immagini e sentimenti, fa omaggio alla banda musicale di Lucera. Parla di Silvio Mancini, famoso e apprezzato maestro, degli orchestrali lucerini che riuscivano a incantare con il suono dei loro strumenti e dei capolavori operistici che erano suonati in occasione delle feste patronali. Un inno alla musica operistica e a una banda che sapeva interpretarla.
P.S.: La banda musicale del maestro Silvio Mancini (nella foto in copertina) era motivo di gran vanto per Lucera, tanto da diventare parte integrante della storia della città, insieme ai suoi altri simboli: “S. Maria”, “u Castille” e “u Trebbunale”. Il maestro era nato a Serramonacesca (Pescara) nel 1861 ed è morto a Lucera nel 1917. Nella nostra cittadina si trasferì nel 1891 e diresse per venticinque anni la banda municipale con la quale si esibì più volte anche all’estero. Nel 1911 tenne concerti all’Esposizione Universale di Londra e Glasgow. Svolse anche attività d’insegnante e compositore e si dedicò alla creazione di strumenti di ottone a sei cilindri, brevettandoli in varie nazioni; per queste sue invenzioni ottenne premi e medaglie d’oro alle Esposizioni Internazionali di Roma e Torino nel 1911. I suoi orchestrali più famosi sono citati nella poesia: Antonetti (filicorno tenore), Iliceto (bombardino), Stanzelare – Di Salvio Stanislao (filicorno soprano), Vitagliano (1°clarinetto). Alla sua morte la banda passò sotto la direzione del Maestro Raffaele Massariello.
Una rubrica di Lino Montanaro e Lino Zicca