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Storie, U Sìneche Cacaròne

Storie: U SÌNECHE CACARÓNE

U SÌNECHE CACARÓNE S’AMMUCCIÁJE N’DO STEPÓNE = Il Sindaco pauroso si nascose nell’armadio. Questo detto fu coniato dopo un episodio avvenuto a Lucera il 23 aprile del 1917.

La 1° Guerra Mondiale stava facendo sentire le sue conseguenze sulla situazione alimentare degli italiani, anche a causa di una grave crisi granaria. Pertanto, le autorità introdussero alcune restrizioni come quella della tessera annonaria per prendere il pane e la farina. Ogni cittadino, quotidianamente, aveva diritto a ritirare pochi grammi di pane e di pasta dai diversi negozi alimentari del luogo. Non era consentito il commercio di questi prodotti in qualunque altro modo.

Ciò provocò manifestazioni di protesta in tutto il paese e a Lucera il dissenso sfociò in una vera e propria sommossa popolare: la scintilla scoppiò nel quartiere “Sòpe i Múre “, quando molte popolane, armate di “pragghiocchele“ (bastoni), marciarono all’assalto di Palazzo Mozzagrugno, sede del Municipio, mettendo gli uffici a soqquadro, con la distruzione di tessere annonarie e schedari, già pronti per essere utilizzati.

Il sindaco del tempo “DON CICCE CURATE “ (Francesco Paolo Curato) fu costretto a rifugiarsi in un armadio e fu salvato dall’ira delle popolane da “SCIPPE SCIAPPE “, al secolo Vincenzo Di Palma, venditore di carne equina.

La sommossa si spense, ma il Sindaco fu costretto alle dimissioni. Quarantuno donne e sette uomini furono rinviati a giudizio per i fatti del 23 aprile.

Da qui la nascita del modo di dire. E l’episodio diventò una ballata popolare: U 23 D’ABBRILE

“U vinditrè d’abbrile è succisse na ruvine:
i fèmmene arraggiate’u munecipeje hanne sfasciate.
Mbò mbò mbò mbò mbò mbò
‘U pane che li tèssere nen ce putèva èssere.
I fèmmene ustenate i tèssere anne appecciate.
Mbò mbò mbò mbò mbò mbò.
Mbunde mézzanotte è revate u cummessarije,
a’ parlate a u talafòne, a’ chiamate u battaglione.
Mbò mbò mbò mbò mbò mbò
È venute ‘u battaglione ma nce ha fatte ‘mbressione.
È venute a cavallerije e ci a’ fatte cumpagnije.
U sìneche Quarate nd’u stepone s’è mmucciate.
Mbò mbò mbò mbò mbò mbò “.

Maggiori informazioni sull’episodio si trovano nel libro di Francesco Barbaro, Lucera la strage dimenticata, Prefazione di Lello Vecchiarino, Foggia, Edizioni del Rosone, 2005

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