I proverbi e i modi di dire lucerini sono tanti. Di solito la loro origine è lontana e frutto di culture passate. Molto spesso hanno alle loro spalle un riferimento ben preciso, ovvero una storia e un significato, che non molti conoscono, dato che si tratta di detti appartenenti alla tradizione, alcuni scomparsi e altri poco in uso. Allora, non è mai troppo tardi per riproporli e questa rubrica offre un’opportunità piacevole, e speriamo interessante, per saperne di più.
“SE ME RESPUNNE N’ÀTA VÓTE MALAMÈNDE,TE FAZZE ZUMBA’ TUTT’I DINDE DA MMOCCHE”
Traduzione: (Se mi dai ancora una risposta sgarbata,Ti faccio saltare tutti i denti dalla bocca)
Significato: “Ecco come ci insegnavano ad avere rispetto dei genitori e delle persone in genere ”
Curiosità: La migliore eredità che un genitore possa lasciare a un figlio è una buona educazione. Verrebbe da dire, però, che oggi “non ci sono più i genitori di una volta”, che ritenevano indispensabile responsabilizzare i figli fin da piccoli perché senza l’imposizione di rigide regole, la gestione delle famiglie, che, di norma, erano sempre numerose, era impossibile. Era la società lucerina dove i ruoli erano chiari: il padre era il padre e la mamma era la mamma e non esisteva la figura del genitore-amico e dove i figli maschi venivano seguiti nel loro percorso educativo fino alla fine del servizio militare, mentre per le ragazze il rigore educativo era ancora peggiore perché un comportamento consono era indispensabile per la futura ricerca di un marito. Il fine ultimo di questo lungo apprendimento era quello di consegnare alla società giovani capaci di rispettare le regole del vivere civile ed in grado di assumersi le proprie responsabilità, insomma di prepararli alla vita. Per educarci al meglio i nostri genitori usavano metodi che oggi possono sembrare da “telefono azzurro”, un ricordo di altri tempi : a bbotte de bbattepanne, a bbotte de rataville,.a bbotte de chianille, a bbotte de zucchele!!!! Infatti, chi ha più di cinquant’anni, ricorda ancora la severità dei nostri genitori nel inculcarci il rispetto verso tutti, gli inviti a non rispondere male a nessuno, al salutare e rispondere al saluto, ad eseguire sempre le indicazioni degli insegnanti e dove le espressioni come “grazzeje”, “pe piacére”, “scuse” non dovevao mai mancare in ogni piccolo gesto della quotidianità. Questo stile educativo, era ritenuto dai genitori un irrunciabile dovere nei confronti della società, non preoccupandosi molto dell’affetto che, alla fine, arrivava sempre naturalmente, perché l’educazione era considerata una forma d’amore, che durava per tutta la vita. Nella società attuale, che presenta l’aspetto positivo di una migliore vicinanza tra genitori e figli , ”il mestiere” di genitore è diventato difficilissimo, perché c’è una pressione sociale che prima non c’era, con la conseguenza, purtroppo, che non si più capaci di indicare ai figli uno stile educativo certo, dove tutto è relativo, e dove tutto viene cambiato, modificato da modelli esterni, il più delle volte opinatibili. Ovviamente ci sono sempre stati eccessi dall’una e dall’altra parte, ma, senza correre il rischio di essere accusati di una forma di inutile nostagia, non si può fare a meno di sottolineare la notevole bella differenza tra educazione del passato e quella di adesso.”
Rubrica di Lino Montanaro & Lino Zicca