8.9 C
Lucera
21 Novembre 2024
Lucera.it – Giornale Online sulla città di Lucera
Copertina Sfogliando

Sfogliando: “MO VÈNE NATALE, SÈNZA DENARE, LEGGÌME U GGIURNALE, FACÌMECE U LÌTTE E CE JAME A CULECÀ”

realizzazione siti web Lucera

I proverbi e i modi di dire lucerini sono tanti. Di solito la loro origine è lontana e frutto di culture passate. Molto spesso hanno alle loro spalle un riferimento ben preciso, ovvero una storia e un significato, che non molti conoscono, dato che si tratta di detti appartenenti alla tradizione, alcuni scomparsi e altri poco in uso. Allora, non è mai troppo tardi per riproporli e questa rubrica offre un’opportunità piacevole, e speriamo interessante, per saperne di più.

sfogliando-4-dicembre
Nella foto, il lucerino Ciro Triggiani

“ MO VÈNE NATALE, SÈNZA DENARE, LEGGÌME U GGIURNALE, FACÌMECE U LÌTTE E CE JAME A CULECÀ”

Traduzione: “Ora che arriva Natale, poiché siamo al verde, leggiamo il giornale, prepariamo il letto e andiamo a dormire”

Significato:  “Abbiamo sentito tante volte questa filastrocca che descriveva il Natale al tempo dei nostri nonni. Festa trascorsa da molti nella più dignitosa povertà, accontentandosi e godendo di quel poco che la vita poteva offrire, priva delle simbologie consumistiche attuali, vissuta intensamente nel suo spirito autentico”

Curiosità:  Il Natale nella tradizione cristiana ricorda la nascita del Messia. Festività che ricade ogni anno il 25 dicembre del calendario cristiano, data fissata da papa Giulio, nel 337 D.C. A Lucera, le festività natalizie iniziano l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, con la preparazione del presepe e con l’arrivo degli zampognari.

IL PRESEPE
In passato, in molte case, di poveri e ricchi, era allestito un presepe, le cui dimensioni variavano in funzione dello spazio disponibile e, soprattutto, per le capacità economiche delle famiglie. C’erano presepi molto piccoli e alcuni grandi, che occupavano un’intera stanza con statuine di una certa grandezza. Ogni presepe, comunque, aveva: una grotta, fatta con la carta da presepe, o una casetta di legno o di sughero; le statuine della Sacra Famiglia, san Giuseppe, la Madonna e il Bambinello, che si scopriva solo la notte di Natale; il bue e l’asinello; i tre re Magi; il pastorello e alcune pecorelle; le statuine del vecchio e del bambino, le quali rappresentavano la vecchia e la nuova Era che subentrava con la nascita del Messia. A secondo della qualità e grandezza i presepi, avevano: monti e valli, realizzati con carta; strade e laghetti disegnati; castelli e casupole di pastori, di legno o di sughero. Inoltre, si arricchiva con l’inserimento di statuine che rappresentavano gli antichi mestieri. La sera, davanti al presepe, i bambini recitavano le preghiere, prima di andare a letto. Oggi, molti di questi antichi presepi sono conservati in vecchi bauli o semplicemente non ci sono più.

GLI ZAMPOGNARI
Lo zampognaro è una figura che si perde nel tempo, legata alla storia dei pastori e della transumanza. Oggi sono quasi scomparsi dalla scena. La zampogna e la ciaramella sono strumenti musicali a fiato arcaici. Essi erano suonati rispettivamente da due musicanti vestiti con gli abiti tradizionali da pastore: gilet di pelle ovina, calzoni e mantello di lana. Gli zampognari, detti i ciaramellare, raggiungevano Lucera dall’Abruzzo e dal Molise, per la Novena dell’Immacolata Concezione e quella natalizia. Pertanto, erano invitati a entrare nelle case per suonare davanti al presepe, all’albero di Natale, e se non c’erano, davanti alle statue o immagini sacre. Nell’aria diffondevano dolci e malinconiche melodie che ipnotizzavano adulti e bambini. A termine della suonata, ricevevano qualche soldo o beni da mangiare.

L’ALBERO DI NATALE
Per lungo tempo, l’albero di Natale è stato una tradizione delle regioni del nord. In seguito questa usanza si è diffusa anche nel resto del Paese. L’albero di Natale, allestito come il presepe il giorno della Festa dell’Immacolata, una volta, era un alberello di pino vero, poi è stato sostituito da uno finto. Nel passato, era decorato con arance, mandarini, nastrini di stoffa colorata e piccoli pezzi di ovatta, per dare l’idea della neve. Su un ramo, in bella vista, veniva legato un Babbo Natale di cioccolata, una leccornia che era anche un tormento per i bambini, che aspettavano l’ora per poterlo mangiare. Ora, l’albero di Natale è ornato di luci colorate, palle colorate e tanti pupazzetti e oggettini di cioccolato.

DETTI, LOCUZIONI E PROVERBI DI NATALE
• NA VÓTE ÉJE NATALE! = Bisogna sempre approfittare del momento propizio.
• CÚME CATARENÉJE, ACCUSSÌ NATALÉJE = Le condizioni meteorologiche del giorno di Santa Caterina, il 25 novembre, saranno le stesse del giorno di Natale.
• S’I STÍPE P’I FÈSTE DE NATALE = Conserva inutilmente le cose nuove che andrebbero usate.
• STI CHJACCHJERE STÌPELE P’A NOTTE DE NATALE! = Stai facendo discorsi noiosi e inconcludenti!
• T’E’ MÌSSE TANDA PANNE ‘NGÚLLE CHE M’ASSEMÌGGHJE U PANE DE NATALE = Hai proprio esagerato nel coprirti.
• CHI SOLDE ND’A SÁCCHE È SÈMBE NATALE E PASQUELE = La ricchezza è sinonimo di festa e felicità.
• SI NATÁLE È SÈNZA LÚNE, SÈTTE NÉVE SÓP’A VÚNE = Se la notte di Natale non c’è luna, ci sarà un’abbondante nevicata.
• SI VÚJE FÀ ‘A SCKANATE GROSSE, NATALE ASSCIÚTTE E PASQUA MBOSSE = Per ottenere un ottimo raccolto di grano sono indispensabili particolari condizioni atmosferiche.
• PRIME DE NATALE: NÉ FRIDDE NÉ FAME; DOPE NATALE, FRÌDDE E FAME = Fino a Natale non c’è freddo né fame; da Natale in poi freddo e fame.
• E’ DDURATE NATALE E SANDE STÈFANE = Qualcosa che dura pochissimo, come il tempo di questi due giorni di festa.
• NATALE C’U SÓLE E PASQUE C’U CEPPÓNE = A volte succede che le condizioni meteorologiche sono strane e invertite rispetto alle stagioni.
• A PASQUE E A NATALE S’ARRECCHISCENE I FURNARE, PASSATE CA SONNE I FÌSTE, VANNE CERCANNE SOLDE ‘MBRISTE = Durante le feste di Natale e Pasqua, poiché ogni famiglia, anche quelle povere, facevano i dolci tradizionali, per i fornai c’era un buon guadagno; dopo le feste si tornavano in grandi difficoltà economiche.


Rubrica di Lino Montanaro & Lino Zicca

Potrebbero Interessarti

Pillole Dialettali, per giovani e non, di detti, storie e luoghi di Lucera. I LUCERÍNE SÒ SARACÍNE?

Lino Montanaro

Accoglienza famiglie ucraine in Capitanata, il Terzo Settore in rete per fornire risposte concrete

lucerIn0d0c

Il Lucerino Simone Armiento ha arbitrato il Campionato Nazionale di Judo MSP a Rimini

redazione

“U Bar”, Quadernetto di Romano Petroianni

Romano Petroianni

Gli “Amici dell’Arte” in Abruzzo con la commedia “ZI NECOLE!

redazione

Gabriele Patruno premiato a Milano per le sue poesie in vernacolo lucerino

redazione