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Rinascita donna: Maggio mese delle Mamme

Violenza del marito sulla moglie / madre

lucado_copertina Maggio è il mese delle mamme per antonomasia: i bambini scrivono le letterine, fanno i lavoretti a scuola e imparano poesie per festeggiare le loro mamme che con amore si prendono cura di loro.

Noi dello staff “Rinascita Donna” vogliamo festeggiare le mamme a modo nostro, mettendo in luce alcuni pregi che spesso non sono considerati tali dalla società. Ci riferiamo, chiaramente, alle donne/mamme che seguiamo, che quindi subiscono o hanno subito violenza.

Una madre che subisce violenza dal marito si trova in una posizione molto difficile: da una parte, se ha raggiunto un grado di consapevolezza ragionevole rispetto alla situazione, ne vuole uscire lasciando il marito; dall’altra però il marito è il padre dei suoi figli e questo può metterla non solo in difficoltà a livello della relazione intra-familiare ma anche socialmente questa donna assumerà il ruolo della “sfasciafamiglie”, di quella che vuole allontanare il padre dai figli.

A questo proposito vorremmo invece mostrarvi come una donna che allontana sé stessa e i propri figli dal familiare violento stia piuttosto salvandoli in molteplici modi. Innanzitutto li preserva dal subire violenza assistita o diretta da parte del padre. Li sottrae all’influenza del comportamento paterno che necessariamente gli insegna che le donne possono essere maltrattate e denigrate. La madre piuttosto insegna ai figli che la violenza non è una modalità comportamentale accettabile. Inoltre contribuisce ad educare a modelli corretti di relazione di coppia, non fondata sulla violenza ma sul rispetto reciproco. Questo fa si che i figli non solo crescano in un ambiente potenzialmente più sereno, senza che essi continuino ad assistere a ripetute scene di violenza, ma anche che non le vadano a riproporre in altri ambienti come la scuola o in altre relazioni come quelle familiari, amicali, di coppia nella loro vita.

Un bambino che cresce in un ambiente violento viene desensibilizzato rispetto a tali comportamenti, penserà che sono normali, che le relazioni sane sono quelle a cui assiste e in cui spesso suo malgrado si ritrova coinvolto. Pensiamo ad esempio ad una bambina, sarà più difficile per lei, quando crescerà, captare i segnali della violenza nel suo futuro compagno di vita. Inoltre anche il suo rapporto con i genitori sarà contaminato da tensione, ansia, preoccupazione, paura. Se invece viene meno la componente violenta tra i coniugi, si dà forse l’opportunità ai figli di costruire un migliore rapporto con entrambi i genitori.

Viva le mamme coraggiose quindi che hanno la forza di lottare non solo per sé stesse ma per rendere i figli uomini e donne migliori.

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