Durante la mia attività lavorativa mi è capitato di aver a che fare con pazienti con questo tipo di disturbo, ma devo dire che anche nella vita privata ho avuto occasione di incontrarne alcuni. Purtroppo anche quando non lavoriamo tendiamo a farci un’ idea delle persone che conosciamo…chiamatela pure deformazione professionale.
Intanto vorrei fare una premessa sul significato etimologico partendo dal mito di Narciso che sono sicura darà una prima idea del disturbo. Narciso, personaggio della mitologia, era un uomo bellissimo che però disdegnava chiunque lo amasse. La ninfa Eco si innamorò invano di lui e ne morì e lui subì la terribile punizione divina di innamorarsi della sua immagine riflessa in uno specchio d’acqua, in cui cadde e morì a sua volta.
La personalità narcisistica ha due caratteristiche fondamentali : da un lato questo forte senso di grandiosità, un ritenersi al di sopra degli altri, una mente eccelsa, che pochi possono comprendere, sempre alla ricerca dell’ammirazione altrui, dall’altra una profonda carenza di empatia, non sanno mettersi al posto degli altri, semplicemente le cose degli altri non li toccano.
Possono ritenersi giudici degli altri anche ove non richiesto e in ambiti non di loro competenza…Loro si sentono comunque più competenti degli altri e il permesso di giudicare non lo chiedono, se lo arrogano aprioristicamente.
Certo come in ogni cosa c’è il rovescio della medaglia. Infatti la parte sommersa della personalità del narcisista ci presenta uno spettro quasi opposto contro cui il soggetto combatte ponendosi verso la società con il suo atteggiamento egocentrico e grandioso. Questa parte sommersa rivela una personalità fragile, insicura, vulnerabile e ipersensibile alla critica. Certo la coesistenza di questi due aspetti non è facile ed è spesso lo scontro dell’uno con l’altro e di entrambi contro la realtà che può provocare un disagio tale da spingere la persona a ricorrere a droghe o alcool o, in taluni casi fortunati, a rivolgersi al professionista per un aiuto…In altre occasioni è il coniuge a portarlo in terapia, dopo anni di unione coniugale insoddisfacente e frustrante.
Normalmente è una patologia più ascrivibile al sesso maschile anche se a me in particolare è capitato di conoscere diverse donne narciso.
Riguardo alle possibili cause di tale distorsione di personalità si è concordi nel riconoscerne la responsabilità della famiglia di origine e in particolare la relazione con i propri genitori che secondo varie ipotesi a volte anche del tutto opposte, contribuisce nel plasmare l’autostima della persona. Ci possono essere genitori che pompano un’eccessiva grandiosità del figlio, spingendolo costantemente a superare se stesso e gli altri, mentre in altri casi è una completa sfiducia nel figlio che può spingere alla patologia come tratto reattivo.
Il trattamento psicoterapeutico è lungo e faticoso e non privo di rischi di abbandono, infatti con questo tipo di pazienti è molto difficile instaurare l’alleanza terapeutica, utile anzi necessaria, come espresso in un mio precedente articolo, al buon proseguimento di un percorso.
Vi saluto e vi rimando al prossimo mese con un nuovo articolo.
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