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21 Novembre 2024
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Pillole Dialettali, Personaggi: VELARDÌNE (Bernardo La Cava)

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Un altro vecchio pezzo di ” storia patria “, anche se minore. Velardìne è la deformazione dialettale del nome Bernardo, Bernardino o Berardino (nel nostro dialetto la ‘b’ diventata ‘v’, alla spagnola) e, originariamente, era così indicato Bernardo La Cava, primo proprietario della storica tabaccheria in Piazza Duomo a Lucera. Poi il termine passò ad indicare proprio la tabaccheria, che, successivamente venne gestita dai due figli di Bernardo. In realtà un vero e proprio emporio.

Quando ti avvicinavi al loro bancone, immancabilmente, venivi accolto, in modo apparentemente brusco, con un: “dì uagljò!!”. Quanti giovani lucerini si sono avvicinati alle sigarette, nazionali e di importazione, in quel locale, che, all’epoca, si vendevano sciolte. Come non ricordare proprio le Nazionali senza filtro, le Sax, le Alfa (abbastanza “saporite”), le Colombo, le MS, e, per i più raffinati e con maggiori disponibilità di danaro, le Malboro, le Diana, le Philip Morris, le HB.

I fratelli “Velardine” avevano una capacità estrema a estrarre dieci sigarette tutte assieme dal pacchetto , tagliandolo su due lati . con una rapidità incredibile. A quei tempi una sigaretta veniva fumata da 7/8 ragazzi, e l’ultimo, per consumare pure l’ultima parte ( u mezzóne), usava addirittura lo spillo.

“Velardine” non era solo tabaccheria: la mattina del compito in classe gli studenti andavano a comprare il foglio protocollo, uno per la brutta e uno per la bella; i ragazzi andavano a procurarsi l’ultimo numero di Tex Willer, Zagor, Capitan Miki, il Grande Blek, Diabolik ecc. E quando si cercava di sfogliare prima i vari giornalini, subito intervenivano i fratelli “Velardine”, invitando a non toccare (uagljò nnu m’u smerdijanne sennò pò nzù ccatte nissciúne).

Con le 5 o 10 lire, ben strette in mano o in tasca, ci si recava da Velardíne, anche per acquistare una bustina di figurine che era aperta immediatamente, nella speranza di trovare quelle mancanti. Le figurine erano foto dei calciatori, che si attaccavano sull’album con la colla, la famosissima coccoina, dal piacevolissimo odore.

Una caratteristica quasi unica della tabaccheria e che ti veniva dato il resto con le caramelle Re Sole (i ressóle) e quando si protestava la risposta era sempre la stessa: sono sempre soldi! (sèmbe solde sonne!). Memorabile, però, fu lo scherzo di un giovane intraprendente lucerino: si presentò con oltre 200 caramelle, chiedendo candidamente un pacchetto di sigarette. Velardine stupito chiese cosa significavano quelle caramelle (e mò quiste che sò?). Il ragazzo, per niente intimidito, rispose che erano soldi (solde, tal’e qquale a quille che me daje de ríste).

Oggi “Velardine” non c’è più, ma la tabaccheria esiste ancora, sempre in fondo a Piazza Duomo.

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