Ci sono dei nomi, dei luoghi, facenti parte della storia lucerina, che sono avvolti dal fascino del mistero.
Uno di questi è il cosiddetto “U PERTÓNE ‘I FATE” che è sito nell’attuale Via D’Auria, la strada che collega “Piazza Nocelli” con “Arréte Cassèlle“.
Questo portone è famoso sia per la scritta “ESTAT”, scolpita in un pilastro che probabilmente era sul frontone di qualche palazzo molto importante di epoca romana, sia per il nome che sa di esoterico “U pertóne ‘i Fate”.
Circa l’origine di questa denominazione, varie sono le versioni accreditate:
• una prima, fa risalire la denominazione all’epoca in cui i nostri contadini, dopo una giornata “fóre” (in campagna) parcheggiavano i loro cavalli all’esterno o all’interno delle loro abitazioni o, anche, nei cortili interni ai grandi palazzi. Qualche mattina accadeva, misteriosamente, che alcuni peli della criniera o della coda dei cavalli, ben attorcigliati, erano diventati delle treccine.
L’immaginario popolare affermava che esse erano create da creature magiche come “le fate”;
• una seconda versione fa risalire la denominazione al soprannome di una famiglia che lì abitava;
• la terza versione, probabilmente la più accreditata, fa riferimento al fatto che in quel portone lavoravano delle lavandaie, belle donne lucerine chiamate “fate”, sia per le loro capacità di far tornare splendenti gli abiti, sia per il loro scomparire e ricomparire fra le lenzuola svolazzanti, stese ad asciugare.
Alla fine degli anni ’50, però, cominciò l’uso delle moderne lavatrici, che sostituirono progressivamente così un antichissimo mestiere, quello delle lavandaie.
Lino Montanaro
Credit Foto: Google Map