Centoquattro anni fa finiva la Grande Guerra e oltre 70 anni la Seconda guerra mondiale. In entrambi i conflitti tanti giovani lucerini furono chiamati alle armi.
Partirono illudendosi che la guerra sarebbe finita presto e che sarebbero tornati vincitori ed eroi della patria. Invece, per molti il loro tempo finì tragicamente sui campi di battaglia.
I giovani lucerini che non fecero ritorno nella Prima Guerra Mondiale furono 157 e nella Seconda Guerra Mondiale 103, ai quali vanno aggiunti i caduti di Lucera nei campi di concentramento nazisti. Senza contare i tanti invalidi e mutilati e l’armata “invisibile” dei prigionieri di guerra che, rinchiusi per anni nei campi di prigionia di tutto il mondo, patirono la fame, le malattie, il caldo e il freddo. Spesso costretti a massacranti lavori ordinati dai carcerieri in maniera assolutamente arbitraria.
Nel 1920, ad opera dallo scultore Guido Passaglia, fu realizzato, in Piazza Duomo, il Monumento ai Caduti, dedicato ai caduti della 1^ guerra mondiale; in seguito fu consacrato ai caduti di tutte le guerre. L’originale bellissima cancellata in ferro battuto fu eliminata in periodo bellico (1940) per la campagna del ferro alla patria e sostituita, successivamente, con quella attuale.
Inoltre, adiacente alla Villa Comunale, dove ora si trova la statua di Ottaviano Augusto, venne collocata nel 1936 la stele celebrativa commemorativa della “nascita dell’Impero” e, nello stesso tempo, commemorativa del sacrificio di tre lucerini caduti in Africa Orientale, nelle guerre degli anni 30, il sergente Alessandro Sabatino e i soldati Paolo Colasanto e Ciro Petrilli, cui furono dedicate rispettivamente tre vie cittadine.
Dopo la seconda guerra mondiale, per evidenti motivi politici, la colonna fu spostata dietro la statua di Augusto, dove rimase fino ai primi anni ’70. In seguito la parte con la scritta “IMPERO” fu trasferita all’Anfiteatro mentre la base, con i nomi incisi dei tre caduti, fu collocata nel giardino del municipio. Del capitello si sono perse le tracce.
Lino Montanaro