Anche questo tipo di pizza è legata alla tradizione culinaria lucerina. Il termine spunzale, cipolle bianche e lunghe tipiche delle nostre parti, deriverebbe da spusalizeje.
Infatti, una volta, anche a Lucera, prima del matrimonio, si festeggiava la “sponzalíje”, cioè la “promessa”, e, durante la festa, veniva servita originariamente una torta di un particolare tipo di cipolla che venne chiamata “spunzale” per analogia allo “sponzalije”. Questo tipo di pizza era fondamentalmente una pizza salata, che si preparava facendo cuocere i spunzale, puliti accuratamente da radice e guaina esterna, e tagliati a rondelle, per circa mezz’ora in una padella con olio d’oliva e sale finché non erano appassiti. Quindi si creava un impasto di pasta liscio e morbido dalla consistenza elastica ( ‘a paste avèva èsse líva líve (morbida) pecchè s’èva caputà tanda vote, fin’e quanne nde truuvave che na bbèlla pasta sfoglje annanz’a l’úcchje).
A questo punto, l’impasto cui si aggiungevano i spunzale, le olive nere e le acciughe salate, veniva steso definitivamente in una teglia (‘a stajnate), che veniva portata o fúrne per la cottura, per poi mangiarla cavede e rusecarèlla, rusecarèlla. Questa pizza viene, ancora, preparata in tante famiglie lucerine, ma basta andare in qualsiasi panificio di Lucera per vederla esposta in bella vista.