A Lucera, “I CANDÍNE“ erano le vecchie osterie. Ce n’erano un po’ dovunque: ‘a candíne Petrille a Piazzetta del Vecchio, ‘a candíne di Gaetano Grasso alla girata della chiesa del Carmine, ‘a candíne Gerone in Via Luigi Zuppetta, ‘a candíne Capecavede a Porta Croce, ‘a candíne Círe u candeníre in Via Michele Scioscia, ‘a candíne Serílle Lepore a San Leonardo, ‘a candíne Carapelle a Corso Garibaldi, ‘a candíne Ggiacchìne dietro la Cattedrale ed altre.
Erano locali sempre situati a livello strada “suttane” o sotto il livello della strada e rimessi a nuovo alla meglio. Erano luoghi d’intrattenimento dopo le giornate lavorative, sia di coloro che lavoravano in campagna (fóre) sia di coloro che svolgevano attività artigianali e mestieri vari sia di avventori provenienti dalle cittadine confinanti, che si recavano a Lucera per qualche “ servizeje “ (faccende da sbrigare) . Solitamente di sera, gli avventori si ritrovavano a bere vino e a mangiare qualcosa su tavoli di legno, dopo aver comprato presso le salumerie (Ngettína Gellóne, Iachevóne ed altre) pane e “u giardenètte” (misto di salumi e formaggi), e a giocare a carte in una caciara incredibile.
Alla fine della serata, molti, completamente ubriachi, erano in uno stato confusionale tale che il ritorno a casa era veramente un problema, e si vedevano, il più delle volte, vagare per le strade, le piazze e i vicoli di Lucera. C’erano anche clienti, però, che non esageravano a bere e anche clienti che compravano “ u litre, u mìzze litre, u quinde de víne “ da consumare presso le proprie abitazioni, spesso mischiato “ ‘a gazzose “.
Oggi “i candíne“ sono scomparse, sostituite da locali che hanno una clientela quasi esclusivamente giovanile, quelli della movida serale. Quindi, con l’evolversi della società, “u candeníre “ è da annoverare tra i mestieri che non esistono più.
Credits Foto: Pixabay.com