Era un personaggio magico e pittoresco, con il suo banchetto sistemato, di mattina e di sera, vecín’a Velardíne, nei pressi della fontana di Piazza Nocelli o, a volte, accanto al Monumento ai Caduti.
Aveva un sorriso spettacolare, dall’aspetto arabeggiante e “turcheggiante” (infatti, lo chiamavano il turco), indossava un grembiule bianco e un cappello tipo fez.
Vendeva caramelle alla menta, ricoperte con un incarto rosso, prodotte artigianalmente, d’incerta composizione e provenienza. Erano pubblicizzate come caramelle che guarivano tutti i mali, soprattutto miracolose per la gola, la tosse e contro il fumo.
Hameluk invitava la gente ad avvicinarsi al suo baracchino con il grido: «Hameluk, la caramella della salute, tosse fumo, tosse fumo». Vendeva caramelle guaritrici anche per la crescita dei capelli e dei confetti che avevano il sapore tipo i tic tac alla menta.
In realtà vendeva positività e speranza di guarigione da tutti i mali. I ragazzini, accalcati intorno al suo tavolino d’esposizione, aspettavano che si distraesse un po’ per prendere una mangiata di caramelle; ma se scoperti Hameluk li colpiva benevolmente sulla mano con un colpo di frustino, mentre continuava a parlare.