“Dialettando” , la rubrica di Lino Montanaro propone tutti i giovedì proverbi e modi di dire lucerini, tramandati di generazione in generazione, per non dimenticare le origini della nostra amata Lucera.
DIALETTANDO 367
A Lucera non si dice “Ha le mani deboli, incapaci di afferrare qualcosa“ ma si dice: “TÉNE I MMANE SAVÈZE“ – (Traduzione: Tiene le mani deboli)
A Lucera non si dice “È una persona troppo insistente“ ma si dice: “ÉJE CÚM’A ‘NA PETTÈLA ‘NGÚLE“ – (Traduzione: È come un lembo di camicia appiccicata sul sedere)
A Lucera non si dice “Mi rendi sempre nervoso“ ma si dice: “ME FAJE FÀ SCKITTE I BBETTÚNE ‘NGÚRPE – (Traduzione: Mi fai fare solo i bottoni in pancia)
A Lucera non si dice “È di costituzione esile“ ma si dice: “ÉJE PROPREJE NU SPERNICCHJE “ – (Traduzione: È proprio magro)
A Lucera non si dice “Ha una scrittura illeggibile “ ma si dice: “SCRÍVE A CIAMBE DE MOSCHE“ – (Traduzione: Scrive come zampette di mosche)
A Lucera non si dice “Tra loro esiste un’antica ruggine“ ma si dice: “VANNE C’U CÚLE TERATE“ – (Traduzione: Camminano impettiti senza guardarsi)
A Lucera non si dice “ Racconta solo un mucchio di sciocchezze “ ma si dice: “ À DÍTTE SCKITTE NU COFENE DE FESSARÍJE “ – (Traduzione: Ha detto un cofano di fesserie )
A Lucera non si dice “ Niente è paragonabile alla gioia della compagnia “ ma si dice: “ ‘A CUMBAGNÍJE À VOLE PURE CRISTE“ – (Traduzione: La compagnia la vuole anche Cristo)
A Lucera non si dice “Faccio sempre le cose nel migliore dei modi “ ma si dice: “ CUMBUSSATE E CUMUNECATE “ – (Traduzione: Confessato e con la comunione fatta)
A Lucera non si dice “ È ingrassata troppo “ ma si dice: “ S’È TUTTA SQUASCIANATE, NTÉNE CCHJÙ ‘NA GARBATÈZZE“ – (Traduzione: Ha perso le forme e non ha più la linea)
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