“Dialettando” , la rubrica di Lino Montanaro propone tutti i giovedì proverbi e modi di dire lucerini, tramandati di generazione in generazione, per non dimenticare le origini della nostra amata Lucera.
DIALETTANDO 359
A Lucera non si dice “ Ha bisogno di una dimostrazione d’affetto “ ma si dice: “ VÓL’ÉSSE CIANGEÍJATE “ – (Traduzione: Vuole essere coccolato)
A Lucera non si dice “ È libero di fare quello che vuole “ ma si dice: “ CHE VÓLE FFÀ CHE FACE “ – (Traduzione: Che vuole fare faccia )
A Lucera non si dice “ L’uomo e la donna per sentire attrazione hanno bisogno di essere stimolati “ ma si dice: “ ‘A CAVEDARE PE VOLLE VOLE U FÚCHE “ – (Traduzione: La caldaia per bollire vuole il fuoco)
A Lucera non si dice “ Hai un pretendente “ ma si dice: “ STACE VÚNE CHE TE VÓLE “ – (Traduzione: C’è uno che ti vuole)
A Lucera non si dice “ È messo proprio male “ ma si dice: “ ÉJE NU SFASULÁTE, U PÚJE FFÀ ‘A ‘LLEMOSENE “ – (Traduzione: È un pezzente, gli puoi fare l’elemosina)
A Lucera non si dice “ Abbiamo fatto una figuraccia per colpa di quello zoticone “ ma si dice: “’A COLPE ÉJE DE QUÌLLE MARRE MARRE “ – (Traduzione: La colpa è di quel rozzo)
A Lucera non si dice “ Si esprime in modo inopportuno, fuori luogo “ ma si dice: “ QUILLE CACCE CÈRTE VRUCCHELE! “ – (Traduzione: Quello tira fuori certi spropositi)
A Lucera non si dice “ Come al solito, ti sei affrettato lentamente “ ma si dice: “ TE NE SI VVENÚTE ZOCA ZOCHE! “ – (Traduzione: Sei venuto corda corda)
A Lucera non si dice “ Fa le cose stancamente, senza passione “ ma si dice: “ FACE ‘MBUNDÀ U VÚLLE A’ CAVEDÁRE! “ – (Traduzione: Fa smettere di bollire la pentola)
A Lucera non si dice “ Tu fomenti sempre discordie “ ma si dice: “ MENA MÉ, TU VÚTTE SÈMBE FÚCHE “ – (Traduzione: È appurato, tu alimenti sempre i fuochi )
In foto – Anni 60, Via Napoli il “trappeto” prima che costruissero il palazzo
[LINO MONTANARO BIOGRAFIA E PUBBLICAZIONI PRECEDENTI]