“Dialettando” , la rubrica di Lino Montanaro propone tutti i giovedì proverbi e modi di dire lucerini, tramandati di generazione in generazione, per non dimenticare le origini della nostra amata Lucera.
DIALETTANDO 336
A Lucera non si dice “I guai vengono quando meno se si aspettano” ma si dice “I UÀJE T’I BBUSCKE A LA SECHERDÚME “ – (Traduzione: I guai arrivano all’improvviso)
A Lucera non si dice “È una persona accomodante, che non protesta mai” ma si dice “TU PÚJE VÉVE ND’A NU BBUCCHÌRE D’ACQUE” – (Traduzione: Te lo puoi bere in un bicchiere d’acqua)
A Lucera non si dice “Lo ha ricevuto gratis “ ma si dice “NEN FÈTE DE RAME “ – (Traduzione: Non puzza di rame)
A Lucera non si dice “Si preocupa sempre inutilmente” ma si dice “VACE A TERÀ U PÍLE DA ‘MMOCCHE O PÚRCHE “ – (Traduzione Va a tirare il pelo dalla bocca del maiale )
A Lucera non si dice “Sono completamente a mio agio” ma si dice “STÉNGHE ‘MBRAZZE A CRISTE “ – (Traduzione: Sono tra le braccia di Gesù Cristo)
A Lucera non si dice “Ha sempre da obiettare, non si tiene niente!” ma si dice “TÉNE ‘NA SSCIABBELE!” – (Traduzione: Ha una lingua lunga!)
A Lucera non si dice “È un crocchio di gente che si è riunita per spettegolare” ma si dice “ÀNNE FATTE NU RUTÍLLE “– (Traduzione: Hanno fatto un capannello)
A Lucera non si dice “Dove sei andato a vivere?” ma si dice “A QUALU QUARTE SI JJÚTE A BBETÀ? “ – (Traduzione: In che zona sei andato ad abitare?)
A Lucera non si dice “Lo umilia continuamente” ma si dice “U FRACCHE SÒTT’I PÍDE “ – (Traduzione: Lo mette sotto i piedi)
A Lucera non si dice “Oggi vanno a spasso le donne che non escono mai” ma si dice “OGGE AÈSSCENE I CÚRPESANDE”– (Traduzione: Oggi escono le statue dei santi)
In Foto: Anni 70 – Piazza della Repubblica – Foto di Roberto Toriello – 1977
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