Lucera.it – Giornale Online sulla città di Lucera
Copertina Dialettando

Dialettando 252 – Modi di dire Lucerini

lino-montanaro“Dialettando” , la rubrica di Lino Montanaro propone tutti i giovedì proverbi e modi di dire lucerini, tramandati di generazione in generazione, per non dimenticare le origini della nostra amata Lucera.

DIALETTANDO 252

A Lucera non si dice “Interviene inopportunamente nelle vicende altrui” ma si dice
– “PIGGHJE SÈMBE PÈZZE E ÙPPELE “ (Traduzione: Prende sempre pezza e turacciolo)

– A Lucera non si dice “Solo tu sei il responsabile delle tue scelte! “ ma si dice
– “T’À VÍDE TU E U MÈSE DE MAGGE! “ (Traduzione: Te la vedi tu e il mese di maggio)

– A Lucera non si dice “È gente che approfitta delle disgrazie altrui” ma si dice
– “SE NE VANNE UATTE UATTE” (Traduzione: Se vanno quatto quatto)

A Lucera non si dice “Sono consapevole della mia incapacità o dei miei limiti” ma si dice
– “M’AGGHJE MÌSSE U PELEMÓNE A N’ATU QUARTE“ (Traduzione: Ho spostato il polmone da un altro lato)

A Lucera non si dice “A mano a mano la faccenda si va aggiustando” ma si dice
– “STRADA FACÈNNE, S’AGGIUSTE A SÀLEME ” (Traduzione: Strada facendo, si sistema il carico)

A Lucera non si dice “E’ troppo ignorante per capire come ci si deve comportare” ma si dice
– “NZAPE MANGHE DE CCHE JJÚRNE VÉNE PASQUE “ (Non sa nemmeno in che giorno viene Pasqua)

A Lucera non si dice “E’ una persona poco incline ai rapporti con gli altri, è un asociale” ma si dice
– “ÉJE PROBBETE NU TURZE!” (Traduzione: E’ proprio una persona rozza)

A Lucera non si dice “È un sentimento non corrisposto” ma si dice
– “JÍE PE’ TTÈ ME SPRÉME E ME STRAZZE, TU PE MMÈ NEN TE SPIZZE MAJE NU VRAZZE“ (Traduzione: Io per te mi spremo e mi strappo, tu per me non ti spezzi neanche un braccio)

A Lucera non si dice “Acqua e insalata hanno qualità diuretiche“ ma si dice
– “ACQUE E NZALATE È TUTTE ‘NA PESSCIATE” (Traduzione: Acqua e insalata è tutto minzione)

A Lucera non si dice “Sono senza alternative” ma si dice
– “MBOZZE NNÉ CORRE E NNÉ FFÚJE E STÈNGHE NDA NU BBAGNE D’ACQUE“ (Traduzione: Non posso né correre né andare di fretta, sono in un bagno d’acqua).

———————————————————————————————————————-

COPERTINALINO MONTANARO E LINO ZICCA, ECCO IL NUOVO LIBRO

Ci siamo! Finalmente la tipografia Grafiche Catapano ha finito di stampare il nuovo libro di Lino Montanaro & Lino Zicca: “LUCERA DI UNA VOLTA ” che raccoglie oltre 120 brani di storia sommersa relativi a modi di dire, usanze, credenze, che riguardano pratiche religiose, usanze del ciclo della vita, pratiche e forme di magia, valore e svolgimento di feste religiose e civili, metodi per prevedere il tempo durante tutto l’arco dell’anno, scuola, personaggi, luoghi, giochi ed altro della Lucera di una volta.

Com’è possibile prenotarlo?

Il libro è disponibile presso Libreria Catapano in Viale Dante Alighieri, 1 a Lucera. E’ anche possibile prenotarlo direttamente da questa pagina, inviando un’email a: montanaro.lino@libero.it

 

REGOLE DI PRONUNCIA

Il dialetto lucerino, come del resto ogni dialetto, ha le sue ben precise e non sempre semplici regole di pronuncia. Tutto questo, però, genera inevitabilmente l’esigenza di rispettare queste regole non solo nel parlare, ma anche e soprattutto nello scrivere in dialetto lucerino. Considerato che il fine di questa rubrica è proprio quello di tener vivo e diffondere il nostro dialetto, offrendo così a tutti, lucerini e non, la possibilità di avvicinarvisi e comprenderlo quanto più possibile, si ritiene di fare cosa giusta nel riepilogare brevemente alcune regole semplici ma essenziali di pronuncia, e quindi di scrittura dialettale, suggerite dall’amico Massimiliano Monaco.

1) La vocale “e” senza accento è sempre muta e pertanto non si pronuncia (spandecà), tranne quando funge da congiunzione o particella pronominale (e, che); negli altri casi, ossia quando la si deve pronunciare, essa è infatti sempre accentata (sciulutèzze, ‘a strètte de Ciacianèlle).

2) L’accento grave sulle vocali “à, è, ì, ò, ù” va letto con un suono aperto (àreve, èreve, jìneme, sòrete, basciù), mentre l’accento acuto “á, é, í, ó, ú” è utilizzato per contraddistinguere le moltissime vocali che nella nostra lingua dialettale hanno un suono molto chiuso (‘a cucchiáre, ‘a néve, u rebbullíte, u vóve, síme júte), e che tuttavia non vanno confuse con una e muta (u delóre, u veléne, ‘u sapéve, Lucére).

3) Il trigramma “sck” richiede la pronuncia alla napoletana (‘a sckafaróje, ‘a sckanáte).

4) Per quanto riguarda le consonanti di natura affine “c-g, d-t, p-b, s-z” è stata adottata la grafia più vicina alla pronuncia popolare (Andonije, Cungètte, zumbà) quella, per intenderci, punibile con la matita blu nei compiti in classe.

5) Per rafforzare il suono iniziale di alcuni termini, si rende necessario raddoppiare la consonante iniziale (pe bbèlle vedè, a bbune-a bbune, nn’è cósa túje) o, nel caso di vocale iniziale, accentarla (àcede, ùcchije).

6) Infine, la caduta di una consonante o di una vocale viene sempre indicata da un apostrofo (Antonietta: ‘Ndunètte; l’orologio a pendolo: ‘a ‘llorge; nel vicolo: ‘nda strètte).

[LINO MONTANARO BIOGRAFIA E PUBBLICAZIONI PRECEDENTI]

 

 

realizzazione siti web Lucera

Potrebbero Interessarti

Dialettando 66 – Modi di dire Lucerini

Lino Montanaro

“U Cafone”, Quadernetto di Romano Petroianni

Romano Petroianni

Dialettando 320 – Modi di dire Lucerini

Lino Montanaro

Jennifer Di Giovine, giovane autrice lucerina presenta il suo secondo libro: “Interea – L’attesa del risveglio nella luce”

redazione

Dialettando 44 – Modi di dire Lucerini

Lino Montanaro

Pillole Dialettali, Personaggi: Donna Viulande c’a trippa storte

Lino Montanaro