Per le festività di Ognissanti e della Commemorazione dei defunti, non solo a Lucera ma in Puglia e in altre zone del Mezzogiorno, si preparava, e ancora si prepara, un dolce gustoso a base di grano.
Da qualche tempo, però, questa specialità tipica, superando i confini locali, è gustata ovunque per sua la caratteristica bontà.
Il dolce, che si chiama ciccecútte (grano cotto), secondo alcuni affonderebbe le sue origini nella cultura saracena e, secondo altri, in quella dell’antica Grecia.
Il grano cotto è fatto con frutti di stagione e ingredienti locali: grano tenero, melograno, noci, mandorle secche e vincotto. Negli ultimi tempi è d’uso aggiungere dadini minuti di cioccolato fondente. Questi ingredienti hanno un rapporto simbolico: il grano sta per la rinascita, il melograno per l’abbondanza, la noce rappresenta la vita, il vincotto la compagnia e la fertilità, come la cioccolata.
La preparazione è semplice: bollire il grano per circa un’ora, dopo averlo tenuto a bagno in acqua a temperatura ambiente per tutto il giorno precedente; scolarlo e lasciarlo raffreddare; mischiarlo con i chicchi di melograno e i pezzetti di noci, mandorle e cioccolato fondente. Prima di servire, condire il tutto con il vincotto.
Le nostre mamme e le nonne usavano sckitte grane casarole (solo grano di produzione locale), perché cotto manteneva una sua consistenza e avevano l’accortezza aggiungere il vincotto solo prima di servirli, per evitare che i chicchi di grano s’indurissero, se conditi tempo prima.
I “ciccecútte”, tempo addietro, si conservano per pochissimi giorni; ora, in frigorifero, massimo per una settimana.
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