Fino alla seconda metà del secolo scorso la pizza, che ha sempre avuto un posto particolare nella cucina lucerina, si preparava esclusivamente in casa: la pizza al pomodoro (‘a pízze c’u pemmedóre), la pizza con la cipolla (‘a pízze c’a cepolle), la pizza con i ciccioli (‘a pízze ch’i cicúle). Dopo venivano portate con una teglia dal fornaio (nd’a stagnóle, d’o furnare), con su apposto un segno particolare,fatto di pasta, per non confonderle con le altre. Se veniva preparata nei casolari di campagna, la pizza era cotta negli appositi forni a legna.
A partire dagli anni cinquanta il concittadino Emanuele D’Apollo aprì, in Via Gramsci, il primo locale che vendeva pizza al taglio. Successivamente, Michele Marino detto “Mechéle a cossce“, aprì una pizzeria in Via Cairoli (I sacramendìne), poi Umberto Fania del Bar Pozzuto, in Piazza Duomo, fece gustare un’ottima pizza al taglio ai frequentatori del suo Bar.
Negli anni sessanta arrivò il precursore delle odierne pizzerie, Enzucce a Mercandèlle, dal soprannome familiare, che deliziò il palato dei lucerini per vari decenni con le sue pizze al taglio.
Col tempo, a Lucera, sono state aperte decine di pizzerie, con pizze di tutte le varietà possibili e immaginabili.
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