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21 Novembre 2024
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ANTICHI GIOCHI: ‘A CARREJOLE

Giochi di una volta, carriole
realizzazione siti web Lucera

ANTICHI GIOCHI: ‘A CARREJOLE

Negli anni cinquanta e sessanta Lucera era ancora una cittadina con un’economia legata quasi esclusivamente all’agricoltura, e, come in tutti i territori non toccati dal boom economico italiano, i bambini, con grande fantasia e abilità, si costruivano da soli i loro giochi con i materiali che c’erano a disposizione..

La strada era il loro spazio naturale d’incontro, di gioco, di crescita, la scuola di vita.

I ragazzi si costruivano “ ‘A CARREJOLE “, una sorta di bob primordiale. Era fatta con una base di legno, dotata di un manubrio costituito da un asse anteriore mobile che poggiava su un cuscinetto e da un asse posteriore rigido su cui erano posti due cuscinetti, più piccoli di quello del manubrio. La carriola non aveva freni se non le scarpe dei ragazzini.
La sua realizzazione non era difficile; più complessa, invece, era la ricerca dei materiali necessari: per la base e gli assi di legno si ricorreva a un falegname compiacente che le sagomava, mentre per i cuscinetti bisognava essere fortunati ad averli da qualche meccanico, che li teneva come scarti; salvo che con “ ‘a mbérte “ non si riusciva a comprarne nuovi di zecca.

Terminato l’assemblaggio veniva il collaudo: giù per “ u viale d’u castílle o d’u piazzale d’a Ville”, con un occhio sempre attento all’arrivo dei vigili Cordella e Fasano.

I più abili scendevano “da Ville fin’a Porta Sanzevíre“ oppure imboccavano “ ‘a desscese abbassce a Stazzióne“.

I più spericolati, per dare mostra della propria capacità di mantenersi in equilibrio, si avventuravano “p’i coppe d’u cambesande“, lungo la strada per S.Severo.

Per le velocità che si raggiungevano, erano inevitabili “i ccapputamínde“ (i capitomboli), con conseguenti ferite ed escoriazioni più o meno gravi. E quando si tornava a casa erano immancabili le frasi delle mamme: “Te sì ffatte male? Mò te fenèssce de struppejà íje! “.

Oggi si possono acquistare in alluminio ed elettriche, ma “ ‘ A CARREJOLE “ dava grande soddisfazione perché i ragazzi la costruivano come volevano e con le proprie mani.

Credits Foto: Tano Sottile

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