Rubrica – “A contatto con il Vangelo“ – a cura di Don Arturo Di Sabato Vicario Parrocchiale, Santa Maria della Spiga – Lucera e Assistente Spirituale Sezione U.A.L. (Unione Amici di Lourdes).
Commenti e riflessioni sul Vangelo Domenicale.
Il seme della Vita | XXV domenica Tempo ordinario – Anno C
29 Settembre 2019 – Dal Vangelo secondo Luca (16,19-31)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad’ Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: ”Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose:”Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose:”Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti ».
“Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali”(Lc 16,25)
Carissimi,
nella pagina odierna del vangelo, Gesù racconta ai Farisei una parabola nella quale si intrecciano due scene. La prima, è la presentazione di due personaggi: l’uomo ricco (che non sappiamo il suo nome), il quale si dava a banchetti con vestiti di lusso e un uomo povero che Gesù chiama Lazzaro, il quale stava sempre mendicare alla tavola del ricco e doveva anche subire l’umiliazione dei cani che leccavano le sue ferite.
La seconda scena, invece, è il confronto tra i nostri due personaggi dopo la vita terrena: Lazzaro, che viene portato in pace dagli angeli da Abramo, mentre il ricco avido e insensibile che va nei tormenti e non vuole rimanere tanto che chiede ad Abramo di mandargli Lazzaro a rinfrescarlo. La risposta di Abramo è dura e specifica: ”Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali ma ora in questo modo lui è consolato”. Abramo ricorda al ricco come si è comportato sulla terra e gli fa capire che se i suoi parenti vogliono salvarsi devono osservare la Legge e mettere in pratica quanto è scritto nel libro dei Profeti.
Di quale peccato si è macchiato il ricco? In fondo Gesù non lo denuncia apertamente, come la trasgressione di comandamenti o altro, ma mette in evidenza il modo disumano di come si vive sulla terra e che poi fa provare vergogna. Gesù lo disse ai farisei anni fa, ma lo dice ancora noi, soprattutto in un mondo come questo.
Ascoltando la Parola di Dio, osservando i comandamenti, avendo un cuore sensibile, possiamo riconoscere chi soffre.
Continuiamo a riflettere che tutte le cose belle, fini, ricche, che custodiamo gelosamente in questa vita, dopo la morte non serviranno a niente, perché il Signore vuole vedere con quale animo andiamo da lui e se non siamo pronti e ci dirà le stesse parole che Abramo ha detto al ricco nella parabola.
Chiediamo al Signore Gesù, nostro Padre e Pastore di Convertire il nostro cuore e di essere più sensibili, di impararlo a riconoscerlo per poi amarlo e servirlo nei nostri fratelli più bisognosi.
Buona domenica
Vostro don Arturo