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Dialettando 379 – Modi di dire Lucerini

lino-montanaro“Dialettando” , la rubrica di Lino Montanaro propone tutti i giovedì proverbi e modi di dire lucerini, tramandati di generazione in generazione, per non dimenticare le origini della nostra amata Lucera.

DIALETTANDO 379

A Lucera non si dice “ Brindisi lucerino a tavola” ma si dice: “ QUÌST’U VÍNE ÉJA FRÍSCKE E LLÍSSCE, TRASE DA NDÒ MAGNE E AÈSSCE DA NDÒ PÍSSCE “ – (Traduzione: Questo vino è fresco e liscio, entra da dove si mangia ed esce da dove urini)

A Lucera non si dice “ Nonostante le sue arie d’importanza, è uguale agli altri “ ma si dice: “ SI U DDÚRE ‘NGÚLE FÈTE PURE ÌSSE “ – (Traduzione: Se gli annusi il sedere, puzza anche lui)

A Lucera non si dice “ Cerchi il pelo nell’uovo! “ ma si dice: “ LIVÉTE ‘STU CICERE D’A NGAPE“ (Traduzione: Togliti questa fissazione dalla testa!)

A Lucera non si dice “ Con chi è eccessivamente ostinato è necessario ricorrere alle maniere forti “ ma si dice: “ ‘A CAPA TOSTE A MMATÚRE U MAGGHJE “ – (Traduzione: La testa dura l’ammorbidisce il maglio )

A Lucera non si dice “ Gli ha dato uno schiaffo con particolare violenza “ ma si dice: “ L’À LASSATE I CÍNGHE DÍTE ‘MBACCE “ – (Traduzione: Gli ha lasciato l’impronta delle cinque dita sul viso)

A Lucera non si dice “ Ti auguro il peggio!“ ma si dice: “ QUÈLLA MORTA FRECATA NGÚLE CHE ‘NDE PIGGHJE! “ – (Traduzione: Quella morte fottuta che non ti prende!)

A Lucera non si dice “ Sono molto indaffarato “ ma si dice: “ TÉNGHE I ZÚRRE FÍN’E L’ÚCCHJE“ – (Traduzione: Ho problemi fino agli occhi)

A Lucera non si dice “ L’inutilità di una richiesta d’aiuto superflua o tardiva “ ma si dice: SCIUSSCÈME ‘MMOCCHE CHE ‘A PATANE CÓCE“ – (Traduzione: Soffiami in bocca, perché la patata scotta)

A Lucera non si dice “ Si è sistemato con tutte le comodità “ ma si dice: “ ÉJE CÚM‘U VÈRME AMMIZZ’A NU PÍZZE DE CASECAVÁLLE “ – (Traduzione: È come un verme dentro un pezzo di caciocavallo)

A Lucera non si dice “ Non gli concede niente, lo sta prendendo in giro“ ma si dice: “ U DACE A MAGNÀ C’ U CUCCHJARE VACANDE“ – (Traduzione: Gli dà da mangiare con il cucchiaio vuoto)

In Foto – Anni 30 – Chiesa di San Francesco


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