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Pillole Dialettali, Il dialetto e la presenza del tribunale

Una caratteristica singolare del dialetto lucerino, non comune con altri dialetti, è l’utilizzo di termini giuridici, circostanza che va ricercata nella presenza fino a pochi anni fa del Tribunale.

Il popolino lucerino frequentava gli uffici giudiziari sia per proprie controversie, cosa poco frequente, visti i costi che comportavano, ma, soprattutto, per assistere ai processi che avevano molto clamore, che, spesso, avevano come protagonisti autentici principi del foro, e con una classe di avvocati che dettavano legge in tutta la Puglia e regioni limitrofe e tutti quelli che avevano problemi mettevène i carte mmane agli avvocati lucerini.

In queste occasioni apprendevano parole che descrivevano norme giuridiche che volgarizzavano a modo loro. Questo portava alla creazione di nuovi modi dire, alcuni dei quali sono arrivati fino ai nostri giorni. Èje nu causajúle per indicare chi era avvezzo a creare controversie….

Avvucate d’i cause pèrse per indicare chi difende opinioni insostenibili…
Éje pègge de ‘na cambiale mbrutèste per indicare una persona che non si può sopportare…
Vanne pe mmane de giudece per indicare che la loro controversia è stata portata davanti al giudice….
‘A cause à vénge chi nn’à face per indicare che è buona norma tentare un accordo prima di andare in giudizio….
Vìnge u púnde e pìrde ‘a cause per indicare che quando ci si ostina caparbiamente, si corre il rischio di perdere tutto….
À sendúte tutt’a cundassènze, pe ffíle e pe ssègne per indicare che è stato presente allo svolgimento dell’intero dibattimento….
L’avvucate pulizzene u teratúre per indicare che i risparmi sono preda degli avvocati ….
I case d’avvucate sèmbe ch’i píde vonn’èsse tuzzulate per indicare che per disobbligarsi con gli avvocati per le loro prestazioni era consuetudine portare dei regali….
Nghiananne e sscennènne i scale d’u trebunale addevendene tutte avvucate per indicare che spesso si confonde la competenza con il saper fare, anche condizionati dal luogo in cui ci si trova…
A l’avvucate éje dì ‘a vtretà. pò àdda vedè isse’ cúm’àdda ‘mbrugghjà per indicare che ad ognuno va assegnato il suo compito….

L’intera classe degli avvocati venne denominata pagliètte, fino ad indicare un particolare ceto di intellettuali, per l’abitudine degli stessi di indossare, all’inizio della bella stagione, un cappello color canapa a forma di cilindro molto basso con fascia nera.

Poi il termine degenerò, sino ad assumere significato offensivo, e stava ad indicare avvocati da strapazzo,di scarso peso, di dubbia moralità e competenza che venivano chiamati anche pagliatìile.

In foto – Anni 70 – Piazza Tribunali – Vecchia piazza con Ruggiero Bonghi

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