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Sfogliando: “ASSEMÈGGHJE A NU PACCHJALÓNE”

I proverbi e i modi di dire lucerini sono tanti. Di solito la loro origine è lontana e frutto di culture passate. Molto spesso hanno alle loro spalle un riferimento ben preciso, ovvero una storia e un significato, che non molti conoscono, dato che si tratta di detti appartenenti alla tradizione, alcuni scomparsi e altri poco in uso. Allora, non è mai troppo tardi per riproporli e questa rubrica offre un’opportunità piacevole, e speriamo interessante, per saperne di più.

pacchialone“ASSEMÈGGHJE A NU PACCHJALÓNE”

Traduzione: “Sembra un uomo bonario“.

Significato: Persona d’indole bonaria, tranquilla, senza malizia e cattiveria.

Curiosità: Pacchjalóne è un personaggio popolare il quale, pur non avendo fatto la “storia” di Lucera, in essa è stato presente in un modo del tutto speciale, con la sua “diversità”. Come tante altre persone sue simili, non avrà mai intestato una strada o una targa, ma reclama il diritto di restare nel ricordo di chi l’ha conosciuto e nella memoria collettiva. “Pacchjalóne”, al secolo Petti Pietro, era nato sordomuto, soffriva di epilessia e di altre patologie croniche; originario di Motta Montercorvino ma abitante, sin da piccolo, nel quartiere Sopra le Mura di Lucera. Gli piaceva girare per le strade lucerine, sonicchiando una vecchia tromba avuta in regalo, appena ragazzino, da un vecchio zio materno. Nutriva un grande amore per la Banda musicale di Lucera, aiutando gli orchestrali nel trasporto e nella sistemazione degli strumenti più pesanti, in ogni esibizione. Aveva una passione per le divise della Polizia municipale di Lucera: ne aveva una di colore verde, che usava tutti i giorni, e una bianca, che indossava nelle grandi occasioni. Perciò, nelle sfilate bandistiche e durante la processione delle feste patronali era una presenza immancabile; nessuna sfilata e nessuna processione potevano partire senza averlo alla testa della banda, vestito con la sua inconfondibile uniforme bianca. Era conosciuto da tutti; anche se alcuni lo canzonavano bonariamente, era voluto bene da tutti e nessuno gli negava una sigaretta quando la chiedeva. È morto, non più giovane, investito da un’auto a Campomarino, ove era solito recarsi. Il giorno del suo funerale alcuni amici misero su una piccola banda che suonò solo per lui; in onore di Petti Pietro, conosciuto da tutti e da tutti chiamato affettuosamente “Pacchjalóne“.


Rubrica di Lino Montanaro & Lino Zicca

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