Il 27 gennaio 1945, i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz vengono aperti dalle truppe sovietiche. L’Olocausto sembra finito, ma non scongiurato se noi dimentichiamo quell’orrore.
In occasione della Giornata della memoria, poniamo l’attenzione sul verbo “ricordare” che racchiude un significato poco noto, o forse trascurato, che è quello di “portare il passato nel presente attraverso il cuore”. Il ricordo richiama nel presente qualcosa che non è più qui o non è più adesso.
I libri, con il loro potere evocativo, stabiliscono il nostro personale contatto con quanto è accaduto e con quanto riusciamo a cogliere del nostro passato. E questa possibilità di consultare la storia, di interrogarla, di camminarci assieme ancora, ci permette di capire e di pesare le nostre responsabilità.
Per riportare alla memoria uno dei periodi più oscuri e tragici della storia del nostro paese e dell’Europa – cosa difficile ma necessaria – ognuno di noi contribuirà a suo modo: guardando un film, studiando, ascoltando una trasmissione. A me piacerebbe presentare a tutti voi un testo ricco di amore e semplicità.
Tra gli albi illustrati più dolci ed emozionanti, che davvero sembrano condurti per mano, con delicatezza, nella storia dell’Olocausto vi è IL VOLO DI SARA, di Lorenza Farini (Ed. Fatatrac). Protagonista è un pettirosso che racconta una delicata amicizia tra lui e una bambina, Sara. Strappata alla madre e portata in un campo di concentramento, Sara è rimasta sola ed impaurita. “Fu allora che decisi che non l’avrei mai lasciata sola. Sarei stato io a farle da madre e da padre, sarei stato io la sua voce”, ed è con queste parole che il piccolo pettirosso introduce la loro tenera e dolce amicizia. Un punto di vista inedito, una voce piccola, ma non fragile, racconta una storia crudele, per bambini dell’età di Sara e per tutti.
Le illustrazioni (di Sonia M. L. Possentini) apparentemente monocromatiche, lasciano uno spiraglio aperto ai colori, che entrano e si posano solo su cose piccole, ma dal peso insostenibile, come le stelle sulle casacche dei deportati. Su cose piccole, ma che volano alto, come il pettirosso. Su cose impalpabili, come le nuvole.
La cura che il pettirosso ha nei confronti della bambina racchiude in sé il fine più nobile della “memoria”: sentire e alleviare le difficoltà degli altri.
Altri libri imperdibili e delicati sulla deportazione degli ebrei e sulla Shoah sono:
LA PORTINAIA APOLLONIA, testo di Lia Levi, illustrazioni di Emanuela Orciari, Ed. Orecchio acerbo. Età consigliata: dai 6 anni.
Autunno 1943. Un bambino ebreo e una città occupata dai soldati tedeschi. Il padre non c’è. La madre lavora a casa e Daniel deve correre a fare la fila per comprare da mangiare. Ma è l’arcigna portinaia Apollonia, di sicuro una strega, a spaventarlo più di ogni cosa. Finché un giorno… Forse anche una strega può salvare un bambino?
L’ULTIMO VIAGGIO, testo di Irène Cohen-Janca, illustrazioni di Maurizio A.C. Quarello, Ed. Orecchio Acerbo. Età consigliata: dagli 8 anni.
Quale figura, se non quella di Janusz Korczak, va raccontata, illustrata, fatta conoscere ai bambini, ai ragazzi, ai genitori e agli educatori? Meravigliosa, delicatissima e insieme intensa e vigorosa, fluida e toccante, la narrazione del gesto finale dell’uomo – la scelta di seguire i suoi bambini nel campo di concentramento, pur avendo avuto la possibilità di sottrarsi al mortifero destino. Un’esistenza che non va dimenticata, non soltanto nel Giorno della Memoria, ma, soprattutto, nella memoria di tutti i giorni. Korczak ha infatti, col suo lavoro, profondamente rivoluzionato la materia pedagogica, il modo di intendere, considerare ed approcciarsi all’infanzia.
UNA BAMBINA E BASTA, testo di Lia Levi, Ed. E/O. Età consigliata: dagli 8 anni.
Una bambina e basta è un racconto delicato, struggente, a tratti ironico dell’infanzia dell’autrice durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. Lia Levi narra, condensandoli in poche pagine, i momenti salienti della sua storia personale. Ciò che colpisce, sin dall’incipit fulminante, è la scelta della scrittrice di presentare al lettore non tanto l’ottica di una donna adulta che tramite i ricordi torna indietro nel tempo, quanto le sensazioni vivide e i pensieri immediati della bambina che era.
L’ALBERO DI ANNE, testo di Irène Cohen-Janca, illustrazioni di Maurizio A.C. Quarello, Ed. Orecchio Acerbo. Età consigliata: dai 9 anni.
Un altro dolcissimo e struggente punto di vista particolare sulla storia di Anne Frank. A raccontarla sarà la voce di un testimone oculare solitamente silenzioso e inascoltato: un ippocastano, i cui bellissimi rami si slanciavano fino alla finestra della soffitta dove era nascosta Anna.
Io, l’ippocastano del giardino al numero 263 di Prinsengracht,
ho regalato a una ragazza di tredici anni,
prigioniera come un uccello in gabbia, un po’ di speranza e di bellezza.
A lei, che nel suo nascondiglio sognava di sentire sul viso l’aria gelata,
il calore del sole e il morso del vento,
con le mie metamorfosi ho regalato lo spettacolo delle stagioni.
QUANDO HITLER RUBÒ IL CONIGLIO ROSA, testo di Judith Kerr, Rizzoli Editore. Età consigliata: dai 10 anni.
Si può essere felici lontano da casa? Anna e la sua famiglia, braccate dai nazisti, hanno dovuto lasciare Berlino e cambiare città più volte. Adattarsi non è facile. Ma la cosa più importante è restare insieme.
LA PORTA DI ANNE, testo di Guia Risari, illustrazioni di Arianna Floris, Ed. Mondadori.
Età consigliata: dai 12 anni
Questo romanzo ha la capacità di andare oltre la vicenda di Anne e di ricordarci che non era sola: ci racconta infatti degli abitanti dell’Alloggio Segreto che con lei divisero quei due anni di clandestinità, attraverso il meccanismo affascinante di dire e di far vedere al lettore attraverso occhi diversi. Le poche ore dal risveglio all’arresto in quel 4 agosto 1944 vengono narrate da ciascuna delle otto persone che abitano silenziosamente le stanze; le loro voci svelano pensieri, attitudini, sogni e permettono all’autrice di dare un quadro del quotidiano e nello stesso tempo di sottolineare i caratteri, le caratteristiche e insieme i sogni dei più giovani come degli adulti. A loro si aggiunge un punto di vista esterno, ma complementare: quello del sottoufficiale austriaco che fu incaricato si stanare gli ebrei e di eseguirne l’arresto.
Leggere per non dimenticare.
A venerdì 5 febbraio con #SassoCartaForbice!